|
Dopo la messa il santo veviva accompagnato
in processione nella chiesa campestre, per rientrare l’indomani
in paese con grndi onori.Di pomeriggio si svolgevano le
celebrazioni religiose seguite da quelle serali esclusivamente
civili.Io ho sempre seguito le celebrazioni religiose,
ma poiché in casa non erano amanti delle distrazioni,
potevo partecipare solo ai riti del primo pomeriggio.
La domenica la festa raggiungeva il culmine. Uscivo presto
ritrovandomi in piazza con le amiche.In quelle ore il
piazzale era percorso esclusivamente dalle corse dei bambinni
chiassosi che aspettavano i preparativi delle bancarelle
cariche di noccioline, torrone, leccaleca, zucchero e
ghirlande di celluloide colorato.
Arrivata la banda musicale iniziava il corteo, in prima
fila c’erano le donne del’azione cattolica
con gli stendardi che andavano incontro al Santoalla periferia
di Settimo.
|
|
|
|
|
Quando
si intravedeva in lontananza il cocchio, la banda cominciava
a suonare e lagente si accalcava ancora di più
per riceverlo.
I buoi per l’occasione erano ornati di nastri
e di belissimo broccato antico. Le corna cariche di
rose fatte di carta colorata davano un aspettto maestoso
al giogo.
Si disponevano le varie associazioni religiose per il
corte, seguiva la banda, il cocchio del sant, il parroco
con i chierichetti, is obreris, e infine tutta la popolazione
con il canto del rosario sardo.Le donne, con voci stridule:
Deus ti salvi Maria
Prene de grazia
Su Signore est cun tegus
Benedetta ses tui
Intre tito is feminas
E benedittu su fruttu
De is intragniaa tuas Gesus
Poi seguivano le voci baritonali degl iuomini con la
seconda parte della preghiera:
|
|
|