L'ARCHEOLOGIA
tombe romane


A 200m. dal nuraghe Cuccuru Nuraxi, in località "Carzeranu" o "Sa Cresia", furono ritrovate, nel 1887 durante i lavori ferroviari, dei ruderi di tombe romane a cista litica. Le tombe erano ricavate nella roccia arenaria a sviluppo basso e allungato in senso Nord-Sud.
Delle due sepolture rimaste del gruppo, una era costituita da una cisti litica dolmenica, con cassone di lastre coperte da altri lastroni orizzontali.
Dentro la cisti erano sepolti da 10 a 15 individui di varia età, con interessanti suppellettili che costituivano il corredo funebre. Tra questi oggetti si ricordano una sottile lamina d' argento forata ad un' estremità, punteruoli in rame e bronzo appiattiti a losanga al centro, un brassard di pietra bruna, 179 elementi di una collana, una quindicina di vasi e alcune monete del periodo romano.
Parte di questi oggetti sono oggi conservati nel Museo Archeologico di Cagliari.

 
L'ARCHEOLOGIA
acquedotto romano


Uno dei resti dell'occupazione romana del paese, è l'acquedotto rinvenuto nel 1880, in località "Is Argiddas" (gli olivastri).
Nello scavare un pozzo, alla profondità di due metri, si mise in luce un acquedotto romano in muratura, ricoperto a schiena d'asino da pesanti lastroni, con sezione libera di m. 1,05 di altezza e m. 0,55 di larghezza. All'interno, la condotta era rivestita di malta, in ottimo stato di conservazione.
In seguito a degli studi, l'acquedotto risultò lungo in un senso, m.18 e, nell'altro, m. 12 a causa di sprofondamenti che ostruirono i passaggi.
L'acquedotto portava l'acqua alla prossima stazione della strada romana: Karalis, Biora, Sorabile, Capotirso, Olbia; serviva la stazione che stava alla settima lapide (o pietra miliare), che doveva essere ubicata in località S. Lucia, sede della Settimo romana.

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